Angelo

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ANGELO // architetto // Milano

ANGELO // architetto // Milano
progetto Padiglione Zero ed Expo Center

Ho seguito con lo studio di Michele De Lucchi il progetto, il tema di Expo era un tema bello, interessante anche perché per noi si trattava soprattutto di creare un’architettura legata a un paesaggio visionario, legata al tema del cibo. Un’architettura che non fosse un’architettura ma neanche un padiglione temporaneo.
Concettualmente abbiamo voluto disegnare un quasi nulla, prelevare dal terreno una zolla. Ci siamo immaginati un signore, un contadino, questo signore si alza una mattina, col badile, infila il badile nel terreno -ma non gli fa male- e la zolla che ne ricava è il Padiglione che non è un Padiglione che deve contenere delle cose ma è un paesaggio.
Oltre ad essere un architetto sono anche un produttore di olio e il fatto di aver partecipato ad Expo come progettista dello studio è molto importante per me perché sono consapevole di quanto vale la terra ma non in denaro, in valore umano. L’uomo deve capire la terra per produrre cose genuine e buone, il tema non è tanto quello della qualità o quantità ma semplicemente del rispetto. Si conoscono poco i sapori dei prodotti fatti nel rispetto della terra, a cui la terra dona sapori sconosciuti.
Il progetto è stato pensato a priori perché si potesse realizzare con un sistema quasi industriale per ridurre i tempi di realizzazione: è tutto un prefabbricato montato sul luogo, un sistema semplicissimo di strutture tutte uguali e ribaltate. Sembra tutto diverso ma in realtà l’edificio è diviso a metà e l’altra metà è la copia specchiata e ribaltata in senso opposto, le strutture sono sempre le stesse di modo che anche il montaggio è facilitato. Questo è un tema bello, usare il mondo della progettazione industriale per produrre architettura, alla fine il produrre industrialmente non vuol dire realizzare architetture brutte e omologate: ci vuole più tempo nella progettazione ma meno tempo in realizzazione e montaggio.